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Bugatti Divo e Lamborghini Aventador SVJ | Estremi all’estremo
Bugatti Divo e Lamborghini Aventador SVJ, due modi diversi di intendere una hypercar. Più esclusivo e costoso il primo, più votato alle performance il secondo. Benvenuti nel mondo degli eccessi.
Confrontarle puramente sulla base dei dati non si può: la Bugatti Divo e la Lamborghini Aventador SVJ, due sorprese in parte annunciate che ci ha riservato la fine dell’estate, sono infatti a loro modo due espressioni estreme di marchi che fanno dell’eccellenza la loro bandiera, malgrado questo però si trovano su due piani diversi quanto a prezzo ed esclusività e a ben guardare inseguono anche due obiettivi differenti nell’ambito delle prestazioni. Per marcare la separazione basta considerare che la Divo, derivata dalla già supersonica Chiron, mette in campo una potenza di 1.500 CV e un prezzo di ben cinque milioni di euro giustificati in parte da una produzione limitata ad appena 40 unità già tutte prenotate. Cifre inarrivabili per Lamborghini, che ci si è avvicinata appena con con l’esclusivissima Veneno (12 unità di cui 9 roadster, tre milioni di euro l’uno) e con la Centenario (realizzata in 20 unità più altrettante roadster vendute a 2,2 milioni ciascuna) arrivando però al massimo a 770 CV. La potenza, appunto, a disposizione della Aventador SVJ che è tuttavia un modello “di serie” previsto in 900 unità (non proprio poche) e che costa oltre dieci volte meno della francese ovvero “appena” 425.000 euro.
Massimo controllo – L’obiettivo della Divo non è infrangere un ulteriore record di velocità, fine ultimo di tutte le Bugatti costruite in questo secolo, ma esaltare l’agilità e il controllo. Per la prima volta, quindi, il limitatore si ferma sotto i 400 km/h, più precisamente a 380, e tutti gli interventi migliorativi si sono concentrati su tenuta di strada e handling. Iniziando con una diversa regolazione delle sospensioni per accentuare il camber (l’inclinazione verticale delle ruote), alla riduzione del peso dagli oltre 2.000 kg della Chiron a circa 1.955 kg ottenuti, stando quanto dichiara la casa, semplificando alcuni dettagli di allestimento. Invariata la meccanica che, lo ricordiamo, si affida ad motore a 16 cilindri da 8 litri e quattro turbocompressori capace di scatenare i millecinquecento cavalli già citati ed una coppia di 1.600 Nm, gestiti da un cambio a doppia frizione con sette rapporti e alla trazione integrale. Cambia invece in modo radicale il design esterno, iniziando dal frontale (alzi la mano chi non vede una somiglianza con la Ferrari FXX K nel disegno dei fari) e prese d’aria maggiorata ma soprattutto un posteriore rimodellato con una gigantesca ala regolabile larga oltre 1,8 metri (il 20% in più rispetto a quella della Chiron) che da sola genera un carico verticale di 90 kg. La Divo vanta un valore di accelerazione laterale di 1.6 G e monta, tra le altre cose, un impianto frenante con dischi in carbonio ancor più performanti di quelli della Chiron. Tradizione rispettata per il nome, che si deve anche questa volta ad un pilota francese di inizio ‘900 vittorioso su vetture Bugatti: si tratta di Albert Divo ricordato per aver conquistato la Targa Florio nel 1928 e nel 1929 al volante di altrettante Tipo 35.
La più veloce di sempre – La lettera “J” in casa Lamborghini è qualcosa di leggendario: utilizzata in riferimento all’Allegato J della FIA, il documento che definisce le caratteristiche delle vetture da competizione, fu utilizzata per la prima volta sulla celebre “Miura Jota” realizzata da Bob Wallace per esplorare il potenziale della granturismo di Sant’Agata in un ipotetico impiego sportivo. Negli anni l’abbiamo vista ricomparire altre volte, sulla specialissima Diablo SE Jota del ’93 e più di recente con la Aventador J nel 2012. Ora la tradizione continua con la Aventador SVJ, la più veloce di sempre non soltanto grazie al V12 di 6,5 litri da 770 CV condiviso con la Centenario ma anche ad un’aerodinamica portata a nuovi livelli di efficienza e a un telaio rivisitato: oltre al sistema autosterzante posteriore, ereditato dalla Centenario stessa, sulla SVJ troviamo infatti il sistema di aerodinamica attiva ALA 2 che comprende alette mobili manovrate da motorini elettrici sia all’anteriore sia in coda, e altre ottimizzazioni tra cui i vistosi sfoghi sul cofano anteriore e gli estrattori posteriori maggiorati. Malgrado un peso che, con tutti gli accorgimenti del caso, resta superiore ai 1.500 kg, la Aventador SVJ scatta da 0 a 100 km/h in 2”8 e da 0 a 200 km/h in 8”6, mentre la velocità di punta è prossima ai 350 km/h.