Auto Experience

Ford Mustang | Una Torino a Stelle e Strisce

By on febbraio 4th, 2016

Continuiamo a camminare avanti e indietro per il grande show room dell’Authos di Moncalieri come i papà nella sala d’attesa dei reparti maternità quando arriva il “grande giorno”. La bambina che stiamo aspettando si chiama Mustang e l’Authos è uno dei soli venti Ford Store in tutta Italia in cui è possibile acquistarne una. Il personale della concessionaria che ha messo a nostra disposizione la vettura per questa prima AutoExperience non potrebbe essere più cordiale: ci offrono un caffé mentre ci spiegano i dettagli della loro muscle car ora disponibile anche in Europa e poi, finalmente, eccola. Spunta da dietro l’angolo con quel suo muso minaccioso per fermarsi proprio davanti a noi. È bellissima. Lo stile classico di questa leggenda della Casa americana traspare da ogni singolo dettaglio: le linee del cofano, le forme dei fari, la curva del tetto. Tutto nella Mustang è fedele alla tradizione, a quella mitica coupé nata nell’ormai lontano 1964, ma reinterpretato in chiave moderna e tecnologica.

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Per quanto in molti abbineranno alla Mustang uno e un solo motore, ossia il 5 litri V8, noi abbiamo scelto di fare il nostro primo viaggio a bordo della 2.3 a quattro cilindri. Una scelta controcorrente, forse, ma a nostro avviso quella più sintomatica del passo avanti fatto da questo modello con quest’ultima generazione. Con il model year 2016 la Mustang non è più solo quella sfacciata rappresentazione su quattro ruote del made in Usa, ma una gran turismo dal piglio sportivo in grado di adattarsi perfettamente alle necessità e ai gusti della clientela europea.

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Con le chiavi in tasca saliamo finalmente a bordo della nostra Mustang. L’interno è spazioso, accogliente e gli elementi tipici della prima generazione si sposano alla perfezione con gli ultimi ritrovati tecnologici come il moderno sistema Sync dell’impianto di infotainment. Siamo pronti. Allacciamo le cinture, impugniamo il volante e premiamo il tasto start. In un attimo il quattro cilindri che fino a poco fa dormiva sotto il lungo cofano davanti a noi si sveglia facendoci sentire tutta la sua voce. Una voce profonda, gutturale, che invade l’abitacolo stampando un sorriso ebete sulle nostre facce e sempre sorridendo, con la mano destra ingraniamo la prima. Già, perché contrariamente a quello che è il trend di questi ultimi anni, la Mustang è equipaggiata di serie con un cambio manuale a sei marce. Altro elemento che rende ben chiare le intenzioni di questa nuova generazione: scrollarsi di dosso la nomea di auto da highway americane e divertire in mezzo alle curve.

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Prima che l’ultimo sole del pomeriggio cominci a calare scegliamo quindi di affrontare una delle strade più belle che questa zona del Piemonte ha da offrire, la Panoramica di Superga. Un nastro di asfalto di circa otto chilometri immerso nel verde del Parco Regionale della Collina di Superga da cui si godono scorci mozzafiato sulla città di Torino. Il fondo è parecchio umido e i tratti più interni al bosco sono molto viscidi. Ma non ci facciamo spaventare e ci lanciamo su questa mitica strada teatro negli anni Ottanta del Rally Team 971. La Mustang divora la strada con una progressione impressionante. A nostra disposizione ci sono 317 CV e 434 Nm di coppia, scaricati tutti sulle ruote posteriori. Affrontiamo le prime curve con il suono cupo del motore che rimbalza lungo i muretti e gli alberi a bordo strada.

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La prima marcia va via veloce, giù la frizione e dentro la seconda mentre la turbina soffia e lo scarico scoppietta. Il cambio è precisissimo, duro e molto corto e tra una marcia e l’altra abbiamo appena il tempo di rimettere la mano destra sul volante che la turbina twin-scroll torna alla carica schiacciandoci nuovamente dentro i sedili. In un attimo siamo di nuovo sulla soglia della zona rossa e “bam”, dentro la terza con un altro scoppio dallo scarico. Questo cambio è un portento. Roba invidiabile da molte sportive europee. Continuiamo a salire raggiungendo il tratto più alto e veloce della Panoramica. Gas a fondo e via, una marcia dopo l’altra. La spinta del 2.3 è irrefrenabile, fra i 3.000 e i 5.500 giri da il meglio di se lanciando la macchina in avanti con una progressione notevole, mai brusca e davvero cattiva, ma sempre molto corposa e sufficiente a far salire la lancetta del contachilometri davvero velocemente. Arriviamo in cima alla collina con la voce di questo quattro cilindri ancora nelle orecchie. Il sole si è ormai nascosto dietro le Alpi ed è giunta l’ora di mettere qualcosa sotto i denti.

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Per la prima cena in compagnia della Mustang abbiamo scelto un ristorante che con la nostra coupé condivide lo stesso spirito americano. Si tratta del The Renegade di Moncalieri. Un piccolo angolo di America in Italia. La location è tipicamente western e il cibo è naturalmente legato alla tradizione d’oltreoceano. Una steak house in cui si cucina come una volta, dove i sapori della carne non vengono contaminati da troppe spezie o salse. Due i piatti da provare assolutamente: il Tomahawk e il Renegade, una costata di scottona la prima e di vitello bavarese la seconda. La cucina, in effetti, è molto incentrata sui piatti tipici degli States nei quali riversa buona parte delle sue attenzioni. La preparazione dei più classici panini, infatti, il venerdì e il sabato comincia soltanto dopo le 22. Se riuscite, scambiate quattro chiacchiere con Gigi, il proprietario. Oltre a essere un grande appassionato di motori vi accompagnerà, se vorrete, nella scoperta dei piatti che lui stesso ha preparato per voi. E se dopo la cena avete voglia di muovervi un po’, potete prendere parte ai balli country che vengono organizzati quasi ogni sera.

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Ma per quanto la Mustang sia uno dei simboli degli Stati Uniti, l’ultima generazione ha nel suo DNA anche un certo spirito cool. Dopo la cena scegliamo quindi di passare la serata nel centro di Torino. Le luci di Piazza Vittorio Veneto si riflettono sulle curve della nostra macchina attirando gli sguardi anche di chi non si era girato al passaggio di una sportiva ben più blasonata davanti a noi. Attraversiamo Via Po con un filo di gas mentre le sospensioni filtrano egregiamente le pietre che rivestono i 700 metri della via. Questa coupé non è solo una 2+2 affamata di giri, ma sa anche spostarsi con una certa souplesse anche in mezzo al traffico. Certo, la frizione non è leggerissima e il cambio un po’ brusco nell’uso più tranquillo, ma per essere una sportiva da oltre 300 CV non se la cava male.

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Dopo qualche giro per le vie più famose del centro facciamo tappa in Piazza Savoia per un cocktail al Lobelix Café, uno dei cocktail bar che hanno contribuito a lanciare la moda degli apericena, formula che ancora oggi rappresenta uno dei cavalli di battaglia del locale. Parcheggiamo la Mustang proprio accanto al dehor. Ma se il motore si è adattato ai canoni europei, le dimensioni continuano ad essere da vera americana. I suoi 4,78 metri di lunghezza e 1,92 di larghezza ci mettono alla prova nelle manovre davanti al locale. In retromarcia ci aiuta la telecamera posteriore, ma il lungo muso non permette di avere sempre la giusta percezione di quanto si sia lontani da un ostacolo.

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Parcheggiata la macchina entriamo nel locale. Lo stile è molto moderno. Le pareti, così come buona parte del soffitto, sono tappezzate con frasi celebri e citazioni con rimandi continui al mondo del cinema, della fotografia e dello spettacolo. Ma se l’atmosfera è moderna e coinvolgente, quello che davvero conquista, ovviamente, sono i cocktail. Ce n’è per tutti i gusti, molti anche molto ricercati che richiedono un’accurata preparazione che vi consigliamo di seguire di persona comodamente appoggiati al bancone. Ma il migliore è forse lo Spritz. Molto classico è vero, ma altrettanto azzeccato se lo si abbina al ricco apericena che viene preparato interamente dallo staff del Lobelix all’interno della loro cucina. Dall’antipasto al dolce. Si è fatto tardi e per noi è giunta l’ora di andare a dormire in vista della lunga giornata che ci aspetta domani.

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La mattina successiva ci svegliamo di buon ora e dopo una veloce colazione saltiamo in macchina con una voglia matta di aggredire qualche curva. Torniamo quindi sulla collina di Torino, questa volta fra i tornanti intorno a Pecetto. Anche da qui la vista è da cartolina, ma con i 317 CV che scalpitano sotto il cofano, l’unica cosa che riusciamo a fare è concentrarci sulla guida. Stiamo viaggiando in direzione di Torino e approfittiamo del tratto tortuoso per mettere alla prova le varie modalità di servo assistenza del volante. È settabile in tre posizioni. Tra Normal e Confort la differenza è quasi impercettibile, in Sport invece, la musica cambia. Il feeling con le ruote anteriori è più diretto e ci permette di infilare un tornante dopo l’altro con precisione.

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Avvertiamo un leggero ritardo nella prima parte della risposta del volante, sottigliezze in realtà, perché curva dopo curva ci rendiamo sempre più conto che a questa nuova Mustang le strade tortuose piacciono eccome. Con lo sterzo settato in modalità Sport si ha sempre la giusta percezione di cosa stia accadendo sotto le ruote anteriori. E allora forziamo un po’ l’andatura. I sedili, pur essendo molto comodi, ci avvolgono alla perfezione nonostante i continui cambi di direzione. Il motore urla mentre sfruttiamo i brevi tratti rettilinei tra una curva e l’altra, tirando ogni marcia quasi fino alla zona rossa, inebriati dalla melodia di questo quattro cilindri turbo. Le mani ben salde al volante e via in una danza che non pensavamo la Mustang sarebbe stata in grado di interpretare.

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Tra un tornante e l’altro si fa l’ora di pranzo. Siamo arrivati a Torino e per abbracciare lo spirito più rispettoso dell’ambiente di questo nuovo 2.3 Ecoboost che equipaggia la nostra pony car, abbiamo scelto il ristorante Il Mercante. Si trova alle spalle di Porta Palazzo, sede di uno dei mercati più grandi della città. Il locale sfrutta l’energia generata dai pannelli solari sulla sua facciata per alimentarsi e propone una cucina a km 0 composta da ingredienti selezionati e acquistati quotidianamente nel mercato vicino. La location, che si sviluppa su tre piani, è molto moderna e grazie alla facciata interamente vetrata, risulta anche molto luminosa. Lo staff è molto giovane e grazie alla sua grande passione per la cucina tradizionale ha studiato un menu particolarmente incentrato sulle specialità di mare. Molti i piatti tra cui scegliere, ma quello che assolutamente non dovete perdervi è il polipo alla brace. Una vera bontà.

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Ora che abbiamo fatto il pieno di energie siamo pronti per una piccola gita fuori porta, quindi saltiamo in macchina e ci dirigiamo verso la Val di Susa. Un trasferimento di un centinaio di chilometri tra andata e ritorno durante il quale possiamo saggiare le caratteristiche da gran turismo di questa Mustang. Già, perché grazie alle quattro modalità di guida disponibili, è possibile tarare la macchina in base a quelle che sono le condizioni della strada. Stiamo percorrendo un lungo tratto extraurbano, selezioniamo quindi la modalità Normal. La risposta dell’acceleratore si fa più dolce e lo sterzo più leggero. Insomma, la taratura migliore se si affrontano lunghi viaggi ai quali la macchina si presta bene grazie all’ampio bagagliaio di 408 litri e i due quasi comodi posti posteriori. Già che ci siamo proviamo anche la modalità Wet&Snow. Ora la risposta dell’acceleratore si fa ancora più docile e la soglia di intervento dell’Esp si abbassa notevolmente.

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Raggiungiamo Villar Focchiardo ed è ora che comincia il bello. Abbiamo lasciato le due modalità più sportive proprio per questo tratto di strada. Poco meno di 15 chilometri di asfalto tutto curve che dal paesino in provincia di Torino portano fino al Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè. Selezioniamo la modalità Sport e affondiamo il piede destro sul gas. La risposta dell’acceleratore è immediata e il feeling con il volante aumenta mentre cominciamo ad affrontare le prime curve. Seconda-terza, terza-seconda. I piedi ballano tra acceleratore, freno e frizione mentre il motore urla selvaggio in mezzo al bosco. In Sport la soglia di intervento dell’Esp si alza e lascia il posteriore libero di sovrasterzare leggermente. Controllarlo non è difficile, infatti, con un leggerissimo accenno di controsterzo riallineiamo il posteriore anticipando l’intervento dell’elettronica e in un attimo siamo pronti a dare di nuovo gas.

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Prendiamo presto dimestichezza con il posteriore ballerino della Mustang e decidiamo così di provare la modalità Track. Ora i controlli sono completamente disattivati ed è tutto nelle nostre mani. Grazie alle nuove sospensioni Multilik, il retrotreno è decisamente più gestibile ed “educato” rispetto a quello delle vecchie generazioni. Ma si tratta pur sempre di una macchina di quasi cinque metri e oltre 1.600 kg di peso e tenerla a bada, se si esagera, non è facilissimo. Cominciamo ad affrontare una serie di veloci cambi di direzione. Il passo lungo ci aiuta a mantenere una traiettoria pulita, ma quando raggiungiamo un tratto più tortuoso da seconda marcia la musica cambia.

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In uscita di curva la corposa coppia del quattro cilindri si scarica sulle ruote posteriori libere dalle briglie dell’elettronica, che in questo modo cominciano a slittare. Controsterziamo per accompagnare la sbandata e riallineare il posteriore. L’assetto da gran turismo in questi casi non aiuta, ma la potenza del motore e lo sterzo piuttosto preciso si e anche se con un pizzico di fatica in più, usciamo anche da questo curvone a destra. Piede a fondo e virgolone nero sull’asfalto. E’ impossibile non ridere come pazzi. Ok, ci siamo divertiti da matti, ma forse la modalità che permette di godersi di più questa muscle car è quella Sport. Tutti i comandi sono più diretti e l’elettronica interviene solo nel caso in cui stiate per combinare davvero un disastro. Continuiamo così a giocare in modalità Sport, con il canto del motore che ci incita a schiacciare il gas sempre di più. La strada è molto tortuosa, ma l’ottimo impianto frenante ci aiuta a tenere a bada l’esuberanza del propulsore che non smetterebbe mai di spingere. Solo dopo molte frenate al limite il sistema comincia a presentare qualche sintomo di affaticamento. Senza che ce ne accorgiamo il sole è già quasi tramontato e si avvicina, purtroppo, il momento di tornare verso l’Authos per la riconsegna della macchina. Ma non prima di un’ultima cena in sua compagnia.

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Abbiamo quindi deciso di chiudere in bellezza, scegliendo un ristorante che enfatizzasse anche il carattere esclusivo della nuova Mustang. Siamo per questo tornati a Moncalieri per cenare Al Castello. Un locale che offre cucina mediterranea in una location davvero di classe. Appena entrati ci viene offerto un aperitivo mentre viene preparato il nostro tavolo. La cucina è ricca e i prodotti sono tutti molto selezionati, ma ciò che non si può non assaggiare qui Al Castello è la pizza. Una vera prelibatezza fatta come solo noi italiani sappiamo farla, preparata con farine bio a lievitazione naturale e condimenti scelti tra i presidi Slow Food, mettendo così anche nei piatti la grande attenzione che traspare nello stile dell’intero locale. Insomma, il ristorante ideale per una cena di classe a base di molti dei prodotti più tipici della cucina nostrana, dove anche la portata più semplice viene reinterpretata in una chiave molto ricercata.

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Dopo cena allacciamo per l’ultima volta le cinture della nostra Mustang. In pochi minuti siamo nuovamente davanti ai cancelli dell’Authos. Mentre ci allontaniamo osserviamo la nostra prima compagna di avventure, la protagonista della nostra prima AutoExperience e in silenzio, pensiamo che non avremmo potuto scegliere un’auto migliore. Un’auto che esce dagli schemi, che reinterpreta il concetto di gran turismo anche e soprattutto con questo inedito motore a quattro cilindri. Un’auto che sa emozionare, tutta da guidare. Quel suo cambio così diretto, quella coppia così corposa e il canto inebriante di quel suo motore, il tutto sapientemente celato sotto le linee classiche di una vettura leggendaria che ci ha regalato un weekend davvero su di giri, un weekend da Revup.

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“Se avessi chiesto ai miei clienti cosa avrebbero voluto mi avrebbero risposto: un cavallo più veloce”.

Henry Ford

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