Auto Experience
Infiniti Q30S | Bellezza in riva al lago
Passeggiamo tra le auto in esposizione all’interno del lussuoso showroom Infiniti di Milano, mentre attendiamo che ci vengano consegnate le chiavi della Q30S con cui affronteremo questa nuova AutoExperience. E mentre camminiamo ci guardiamo intorno e pensiamo a tutto ciò che un uomo è in grado di realizzare vivendo seguendo i propri sogni e la propria passione. Il Centro Infiniti di Milano fa parte del Gruppo Fassina, una rete di concessionarie che abbraccia moltissimi brand da Fiat a McLaren, nato, appunto, dalla passione di un uomo che ha sempre fatto del suo amore per le automobili una ragione di vita: Tony Fassina. Spesso siamo talmente catturati da un’automobile, da dimenticarci che dietro di essa ci sono volti e persone, tutte con una storia fatta di passione, impegno e determinazione, che ogni tanto è bello raccontare. Quella di Tony Fassina comincia ad appena 24 anni, quando con un’Alfa Romeo corre il Rally del Piave. Gli anni passano, le gare si susseguono e passo dopo passo le auto si fanno sempre più prestazionali e i rally sempre più importanti. Al volante della mitica Lancia Stratos, Fassina conquista due Campionati Italiani nel 1976 e nel 1979, lo stesso anno in cui, sempre al volante della Stratos, mette il suo sigillo anche sul Rally di Sanremo, tappa italiana del Campionato del Mondo. Il nome di Fassina è ormai associato a quello degli assi del volante di quegli anni. Arrivano così i contatti con le squadre ufficiali, come Opel, che mette nelle sue mani una Ascona 400, che con la solita grinta, Tony porta alla vittoria del Campionato Italiano 1981. Nel 1984 conquista anche la Targa Florio e dopo questo ennesimo successo decide di cominciare una nuova avventura. Apre così la sua prima concessionaria. E applicando al lavoro lo stesso impegno e la stessa passione che ha sempre riversato nelle corse, anno dopo anno la concessionaria Fassina si è trasformata in uno dei più grandi gruppi di concessionarie presenti in Italia, in cui non si vendono semplicemente automobili, ma si regala un pizzico di storia e di passione a chiunque, come noi in questo momento, varca le soglie di una delle sue concessionarie.
Dopo questo tuffo nel passato siamo pronti a immergerci nel presente di un brand in forte crescita in questo momento in Italia. Infiniti, che proprio con questa nuova Q30 tenta l’attacco al cuore del mercato europeo, quello delle compatte premium. Indubbiamente, il punto di forza di questa hatchback appartenente al marchio di lusso di Nissan è il design, che soprattutto in questa versione Sport permette alla Q30 di distinguersi da qualsiasi altra auto oggi presente sul mercato. Nell’era in cui molti modelli si assomigliano, accomunati da linee piuttosto fredde e piatte, disegnate per piacere un po’ a tutti, questa Infiniti sa spiccare e distinguersi camuffando perfettamente, almeno all’esterno, la parentela con la Mercedes Classe A. Sotto la carrozzeria, infatti, tutte le componenti strutturali e meccaniche sono quelle della compatta tedesca anche se, rispetto a questa, la Q30 si caratterizza per una maggiore altezza da terra, seppur ridotta in questa versione più sportiva.
Diverso il discorso per quanto riguarda gli interni. Saliamo e stringiamo il volante tra le mani. La sensazione è quella di trovarsi a bordo di un’auto di qualità, ben costruita e attenta anche ai più piccoli dettagli. I rimandi alla cugina tedesca sono molto più evidenti nell’abitacolo. Volante, quadro strumenti, comandi del clima e altri elementi qui e là sono gli stessi della Classe A. Il che non è di certo un male, anche se in parte si perde quella percezione di spiccato individualismo che trasuda da ogni curva della carrozzeria. Ma ora è il momento di partire. Giriamo la chiave e tiriamo la bella leva del cambio, situata sul tunnel centrale e non sul piantone dello sterzo come sulla Mercedes, in posizione D. Impostiamo il navigatore, semplicissimo da utilizzare e siamo pronti a raggiungere la nostra prima destinazione: Como. Le luccicanti vetrine del centro di Milano riflettono le linee della nostra Q30S e mentre sfiliamo accanto a vetture ben più blasonate, ci rendiamo conto di quanto questa Infiniti sia nata per farsi notare, senza temere il confronto con nessuno. In molti si voltano a guardarla, indicandola con la mano agli amici con cui passeggiano tra i negozi delle vie più famose del capoluogo lombardo.
Ci muoviamo nel tipico traffico milanese con disinvoltura. Nonostante la Q30S sia lunga 4,4 metri, ce la sentiamo cucita addosso come un abito di alta classe, merito anche degli ottimi sedili a guscio, che pur garantendo un buon contenimento laterale, sanno essere anche molto confortevoli. Ci muoviamo quindi tra un semaforo e l’altro senza difficoltà, con il cambio che infila delicatamente una marcia dopo l’altra in maniera quasi impercettibile. Lasciata alle spalle la città affrontiamo un tratto di autostrada ed è qui che abbiamo una nuova prova dell’ottimo livello qualitativo raggiunto da Infiniti su questo modello. L’insonorizzazione è quasi perfetta: il rumore di rotolamento è appena percettibile e l’unico rumore in grado di farsi presente all’interno dell’abitacolo è il fruscio generato dagli specchietti retrovisori. Per il resto si ha la sensazione di trovarsi in un salotto, comodo, silenzioso e ricco di inserti in Alcantara che donano all’insieme un tocco elegante ma sportivo. Buona parte del merito di questa particolare souplesse acustica, in ogni caso, va al sistema Active Noise Cancellation, che tramite l’impianto audio genera frequenze opposte a quelle create dal rumore di fondo annullandole.
Arriviamo a Como a metà mattina, la viabilità è pessima a causa di molti lavori stradali, ma non rinunciamo a un giro in riva al lago percorrendo Lungo Lario Trento per poi fermarci vicino al Tempio Voltiano e il Monumento ai Caduti. Il sole si riflette sulle flebili onde del lago rimbalzando sulle curve della nostra Q30S e dopo le foto di rito ci rimettiamo al volante in direzione di Bellagio, uno dei posti più suggestivi del Lago di Como. La strada che ci porta al luogo che abbiamo scelto per la nostra pausa pranzo è la SS583, una serie infinita di curve e contro-curve che si susseguono una dopo l’altra tutte affacciate sul lago. L’occasione perfetta per vedere come se la cava il propulsore di questa Infiniti. L’esemplare che ha messo a nostra disposizione il Gruppo Fassina è alimentato da un 2.2 litri diesel di origine Mercedes. È in grado di sviluppare 170 Cv fra 3.400 e 4.000 giri e 350 Nm di coppia già a partire da appena 1.400 giri. L’unità è abbinata a un cambio a doppia frizione a sette rapporti, anche questo di origine Mercedes.
Raggiungiamo le prime curve e forziamo un po’ l’andatura. Giù il gas e la Q30S si lancia in avanti con uno slancio notevole. Il merito va anche alle quattro ruote motrici di cui è dotato l’esemplare che stiamo guidando, ma soprattutto alla rapportatura molto corta delle prime tre marce, che si susseguono una dopo l’altra con una velocità notevole, senza il minimo vuoto o perdita di potenza, con i giri che salgono fluidi e costanti. Entriamo nella prima sequenza di curve: anche in scalata il cambio si comporta egregiamente, infiliamo la prima curva e a metà abbiamo di nuovo il piede destro sull’acceleratore. A questo punto capita spesso che i cambi automatici risentano di un certo ritardo nella risposta, ma non questo. In un attimo il sistema di gestione del cambio capisce quale delle sette marce selezionare ingranandola subito dopo, permettendoci di avere sempre il motore pronto a tornare a spingere per lanciarci veloci fuori dalle curve.
Questo 2.2 è davvero un motore brillante, che non disdegna affatto la guida un po’ sportiva, a patto che non si decida di usarlo con il coltello tra i denti. Affrontiamo quindi il resto del viaggio godendoci il paesaggio intorno a noi. La notevole quantità di coppia a nostra disposizione ci permette di viaggiare con appena un filo di gas, lasciando fare tutto al doppia frizione che impostiamo in modalità automatica. Tra una curva e uno scorcio da cartolina raggiungiamo Bellagio e si è fatta l’ora di pranzo. Ci muoviamo tra le strette vie del paese al vertice del Triangolo del Lario, dove le linee moderne della nostra Q30S si fondono con quelle classiche dei palazzi che ci circondano. In una piccola zona tranquilla, proprio in riva al lago, sorge il ristorante La Pergola. La struttura risale al 1500, mentre il ristorante ha aperto nel 1954 e da allora passa di padre in figlio. Per venire incontro ad una clientela internazionale quale quella tipica del luogo, il ristorante propone una cucina molto varia, ma non mancano i piatti tipici della zona, come i filetti di pesce persico accompagnato da un riso asciutto con una salsa al curry fatta in casa. Una ricetta di famiglia arrivata fino alla quarta generazione, una vera prelibatezza.
Dopo pranzo ci fermiamo ancora un po’ in riva al lago, seduti accanto alla nostra Q30S. Più bassa di una normale Q30 e con quel frontale così cattivo e proteso in avanti sembra chiederci di trovare una strada tutta curve in cui sgranchirsi un po’ le gambe. E noi sappiamo esattamente dove portarla. Saliamo in macchina e partiamo, ci lasciamo alle spalle gli scorci che solo Bellagio sa regalare e cominciamo ad affrontare le tortuose strade che si snodano sui monti di questa zona fino a raggiungere Asso. Da qui, esattamente davanti al comune di questo piccolo paese di poco più di 3.600 abitanti, partiva il Circuito del Lario. Un tracciato di 36,5 chilometri che attraversava ben dodici paesi del Triangolo Lariano e che dal 1921 al 1939 fu teatro delle gesta di alcuni tra i motociclisti più famosi dell’epoca. Un percorso estenuante da ripetersi sei volte, che per la sua complessità rappresentata dalla presenza di oltre 300 curve venne soprannominato il Tourist Trophy italiano. Partiamo anche noi dal palazzo comunale di Asso e ci dirigiamo verso Valbrona seguendo il percorso originale, addentrandoci in una sequenza infinita di curve immerse nella rigogliosa vegetazione del posto.
Davanti a noi si alternano tratti lenti ad altri più veloci e tecnici. Iniziamo ad aumentare un po’ il passo per vedere quanto vale quella S che sta per sport, stampata sul portellone posteriore. Infiliamo la prima serie di curve con il motore e il cambio che rispondono tempestivamente a tutti i nostri comandi, ma è sull’assetto che ora vogliamo concentrarci. All’avantreno è presente un raffinato sistema McPherson, mentre al posteriore fa capolino un Multilink, lo stesso schema della Q30 standard, ma qui l’altezza da terra è inferiore di 20 mm. Ci lanciamo nella prima curva, una destra piuttosto lunga da fare in appoggio: giriamo il volante e la risposta delle ruote anteriori è precisa e immediata, con quelle posteriori che seguono fedelmente mentre continuiamo a tenere il piede destro sull’acceleratore. Nonostante l’altezza da terra leggermente maggiore rispetto alle dirette rivali, il rollio è quasi del tutto assente. Continuiamo ad accelerare e ci addentriamo in un tratto misto piuttosto veloce. I cambi di direzione sono veloci e molto precisi. L’assetto è sufficientemente rigido da sostenere egregiamente la mole della vettura in curva, e trattandosi della variante a quattro ruote motrici stiamo parlando di un peso nell’ordine dei 1.600 kg, ma senza per questo risultare mai scomodo. Tutte le asperità del manto stradale sono filtrate benissimo e viaggiamo nel massimo confort anche ora che stiamo forzando un po’ l’andatura.
Siamo quasi a Valbrona e l’ultimo tratto di strada si fa particolarmente tecnico, con diversi allunghi intervallati da tornanti piuttosto stretti. Usciamo da una serie di curve con l’abbondante coppia a nostra disposizione che ci lancia su un rettilineo che divoriamo in un attimo. Davanti a noi il primo tornante. Lasciamo il gas, scaliamo utilizzando i paddle dietro il volante e premiamo con forza il pedale del freno. Il feeling è ottimo, la corsa è molto breve con una consistenza solida anche dopo molte frenate. Le pastiglie dell’impianto Brembo mordono i dischi da 295 mm sia davanti, sia dietro, con decisione e in un attimo perdiamo velocità, pronti ad affrontare il primo di una serie di tornanti. A questo punto il sole comincia a calare, nascondendosi dietro le montagne che sovrastano il lago e si avvicina l’ora di tornare verso la concessionaria Infiniti di Milano. Ma il nostro viaggio non sarebbe completo se prima di tornare a casa non ci concedessimo un aperitivo in centro. Impostiamo ancora una volta la nostra destinazione sul navigatore e partiamo per quest’ultima parte del nostro viaggio, che scorre veloce in autostrada sulle note di un brano minimal-jazz diffuse dall’ottimo impianto audio.
Arriviamo a Milano, la stanchezza comincia a farsi sentire e seduti in un dehor sui Navigli, osserviamo la Q30S parcheggiata a pochi metri da noi. Gli ultimi raggi di sole di questa giornata speciale accarezzano le curve della sua carrozzeria così moderna, aggressiva ma sinuosa allo stesso tempo e pensiamo. Pensiamo che il salto avanti compiuto da Infiniti negli ultimi anni, soprattutto in termini qualitativi, oggi abbia raggiunto la sua massima espressione proprio sulla Q30, soprattutto nella variante Sport. È un’auto in grado di emozionare anche semplicemente osservandola parcheggiata in un luogo così attento allo stile e al glamour come il centro di Milano. Ma la Q30 non è soltanto un oggetto da guardare, sa essere anche una compagna di viaggio in grado di avvolgerti, facendoti sentire sempre un tutt’uno con lei, permettendoti di soddisfare la tua e la sua voglia di viaggiare, sia nella pace isolata e assoluta di un bosco sulle rive del Lago di Como, sia sotto gli occhi affascinati dei passanti nel centro di una grande metropoli come Milano. E mentre parcheggiamo all’interno della concessionaria Infiniti del Gruppo Fassina, lanciando un’ultima occhiata alla nostra Q30S pensiamo a quanto da oggi, la triade delle premium tedesche per eccellenza dovrà cominciare a guardare con più attenzione verso oriente, perché Infiniti è pronta alla sfida. E ha tutte le carte in regola per vincerla.
“L’automobile è diventata un articolo di abbigliamento senza il quale ci sentiamo nudi, incerti e incompleti nella complessità urbana”.
Marshall McLuhan